Il Conte Ulisse Martinengo e la costruzione del Palazzo
Ulisse Martinengo, cittadino bresciano e nobile veneto, costruì il palazzo - noto ancor oggi con il suo nome - alla fine del Cinquecento, su terreni acquistati nella contrada detta "dei Ferrari" dove preesistevano diverse case e corti. Poco tempo dopo, nel 1603, ai beni dotali della moglie Giuditta Ulisse aggiunse appunto le case e le corti "ubi alias dicebatur ad domos de Ferrariis et nunc dicitur ad domos predicti domini comitis", ma di lì a poco, nel suo testamento (1609), "tutto quel sitto de casamenti" viene lasciato ai nipoti, figli della sorella di Ulisse. Questi ultimi, quasi quarant'anni dopo, avrebbero rivenduto la "casa con diverse stanze tanto in terra quanto in aria sin al tetto" alla Comunità valtellinese, per farne "l’habitazione del [...] Sig.r Vicario".
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In oppido Sondrii... in contrata de Ferrariis
28 aprile 1595, Sondrio, nella stüa della residenza del Vicario di Valtellina.
AS-SO, Pergamene della Raccolta Romegialli, scatola n. 4, pergamena n. 74.
Atto di vendita rogato dal notaio Andrea Girardoni del fu Giorgio di Sondrio.
Tommaso del fu Tommaso dei Ferrari di Sondrio vende al nobile Ulisse Martinengo del fu conte Alessandro (“illustri domino Ulyssi Martinengo Comiti a Barcho, civi brixiensi et nobili veneto filio quondam illustris domini comitis Alexandri”) un sedime di due case con due camere sopra, una masone coperta di piode con una loggia posta davanti alle camere e la metà delle corti pertinenti a dette case, site in terra di Sondrio “in contrata de Ferrariis, ubi dicitur in curtivo illorum de Ferrariis”, per il prezzo di lire 1640.
Pretio librarum Mille Sexcentarum Viginti quinque
26 aprile 1599, Sondrio, nel portico dell’abitazione di Nicola Paravicini, affittata a Prospero Paravicini.
AS-SO, Pergamene della Raccolta Romegialli, scatola n. 4, pergamena n. 75.
Atto di vendita rogato dal notaio Andrea Girardoni del fu Giorgio di Sondrio.
Maestro Balsarinus del fu Iacobus delle Pilis di Bormio, abitante a Sondrio, vende al nobile Ulisse Martinengo, conte di Barco e nobile veneto, figlio del fu conte Alessandro (“illustri domino Ulyssi Martinengo comiti a Barcho civi brixiensi et nobili veneto filio quondam illustris domini comitis Alexandri”) un sedime di case, cioè una casa a pian terreno con sopra tre vani e due logge tutti coperti di piode sita in Sondrio, nel luogo detto “in cortivo illorum de Ferrariis”, per il prezzo di lire 1625. Di queste 825 lire sono pagate in presenza del notaio e dei testimoni partecipanti alla stipula dell’atto e le rimanenti 800 a San Michele, nel qual termine detto venditore si impegna a lasciare libere le case.
... uno novo ponte sopra la rongia del Maleretto
30 aprile 1599, Sondrio, nello studio del notaio Giovanni Battista Colombera.
AS-SO, Archivio notarile distrettuale di Sondrio, Atti dei notai, busta n. 2052, notaio Gio. Battista Colombera.
Licenza concessa a Ulisse Martinengo di fabbricare un ponte sopra il Malleretto.
“Noi sudetti Decano et consilieri habiamo permesso et concesso et permettiamo et concediamo ampla licentia et facultà al illustre signor Conte Ulisse Martinengo, habitante in Sondrio, di poter fabricare uno novo ponte sopra la rongia del Maleretto che defluisse di sotto la porta del Rastello dove si dice a Casa de Ferari della terra di Sondrio […]. Il qual ponte esso illustre signor Conte possa fabricare per andare da la strata sudetta verso la detta corte dove li piacerà, de la materia et forma et larghezza li piacerà, agravando però detto illustre signor Conte per recognoscimento di detta licentia tore via il muro basso di pietre sutte da matina parte di detta rongia e nel istesso loco fabricare uno muro di pietre et calcina alto al’ugualità et sostentamento di detta strata di longhezza di quarte quaranta sopra il qual muro possa esso illustre signor Conte appogiare il sudetto ponte a suo beneplacito, restando detto muro in quanto a la proprietà di detto comune, lasciando però sempre libero andedo di detto ponte”.
Aumento dotale
10 novembre 1603, Sondrio, nella stüa dell’abitazione di Ulisse Martinengo.
AS-SO, Archivio notarile distrettuale di Sondrio, Atti dei notai, busta n. 2862, notaio Andrea Girardoni.
Aumento della dote di Giuditta, figlia di Nicola Balbani, moglie di Ulisse Martinengo.
Data la situazione di particolare criticità, preludio anche al tragico eccidio del Sacro Macello (luglio 1620), si avverte l’esigenza di istituire una specifica cauzione che grava sull’area occupata da Palazzo Martinengo: “in et super quampluribus sediminibus domorum in terra et in aere, coopertis plodis, cum horto et cum suis curtibus, andedis et iuribus iacentibus in oppido Sondrii ubi alias dicebatur ad domos de Ferrariis et nunc dicitur ad domos predicti domini comitis”.
Il testamento di Ulisse Martinengo
25 settembre 1609, Chiavenna, nella stüa dell’abitazione del conte Ulisse Martinengo.
AS-SO, Archivio notarile distrettuale di Sondrio, Atti dei notai, busta n. 1806, notaio Carlo Stampa.
Testamento di Ulisse Martinengo rogato dal notaio Carlo Stampa.
"Ulisse Martinengho, Conte di Barco, nobile venetiano e Cittadino Bressiano [...] sano di mente, loquella, e intelletto, abenchè infermo, e indisposto del corpo [...] ordena et comanda che nel legato della terza parte de tutti li suoi beni, fatto alli sudetti illustre signor cavaglier Hercole Salice et domini Cesare, Ulisse, Giovan Battista et Alexandro fratelli Paravicini, come nel sudetto testamento appare, prima et avanti ogni cosa sia et s’intenda esser compreso tutto quel sitto de casamenti d’esso signor Conte, che sono situati nella predetta terra di Sondrio, nella contrada detta di Ferari, dove se dice alle case del predetto signor Conte, con tutti li orti, corti et altre sue pertinentie, regressi, andedi et qualonque altre cose che spettino a detti casamenti, alli quali tutti coherentia da una parte mastro Giovan Antonio Ferario et in parte strata publica et parte andedo commune tra il predetto signor Conte et li heredi quondam signor Horatio Paravicino, da l’altra parte l’andedo commune sudetto et parte il zardino d’esso signor Horatio, da l’altra parte il fiume del Madero et dalla quarta et ultima parte detto fiume del Madero et parte li heredi quondam domino Battista Nigola, Rongia mediante”.
...alle case altre volte dell’habitatione del quondam Sig.r Conte Ulisse Martinengo
23 marzo 1646 (copia autentica del 9 febbraio 1762), Sondrio, nella stüa dell’abitazione di Nicola del fu Orazio Paravicini.
AS-SO, Archivio storico del Comune di Sondrio, I parte, busta n. 515, fascicolo n. 2-b.
Atto originale tratto dalle imbreviature del notaio Giovanni Pietro Perrarius di Castione; copia autenticata dal notaio Ottavio Perarius del fu Giovanni Andrea di Berbenno.
Ulisse del fu Ercole a Salis de Cruscio e Ulisse del fu Alessandro Paravicini di Sondrio, agendo quest’ultimo anche a nome degli altri coeredi del conte Ulisse Martinengo, vendono alla comunità valtellinese una casa in Sondrio da adibire a residenza del Vicario di Valle (“per l’habitazione del detto Sig.r Vicario”).
L’area occupata da Palazzo Martinengo viene così descritta:
“Nominative d’una casa con diverse stanze tanto in terra quanto in aria sin al tetto con due stalle ed una mason sopra dette stalle da nulhora parte di dette case con la corte avanti dette stalle ed un horto lì contiguo, a sera parte ed un altro horto o prato fori di detto primo horto, a nulhora parte contiguo al Mallero con la corte avanti dette case sino alla muraglia inclusa che divide detta corte dalla corte fuori di detta muraglia, che si chiama la corte delle case della Torre, nella qual muraglia dividente vi è una porta, la qual muraglia e porta s’intende delle pertinenze della casa soprascripta venduta, alle quali case, corte seconda ed horto coherenza da mattina per sbieco parte la detta corte della Torre ed parte il suddetto Sig.r Cesare Paravicino solo, parte detti Signori venditori per le case dette della Torre e parte M.r Gratiolo Crati come successore singolare del Sig.r Francesco quondam Sig.r Horatio Paravicino, a mezzodì parte detto Sig.r Cesare e parte detto M.r Gratiolo come successore ut supra, da sera detto M.r Gratiolo come successore ut supra e parte il fiume del Malero, e da nulhora parte il fiume del Malero e parte li heredi quondam M.r Benedetto Cattaneo mediante il rongione, qual è commune nella terra di Sondrio, nella contrata de Ferrarii, dove si dice alle case altre volte dell’habitatione del quondam Sig.r Conte Ulisse Martinengo, con la ragione dell’andito per la porta grande sotto la detta torre, e per detta seconda corte per andare a dette case”.
...per riassumere:
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